Cosa sono le infezioni urinarie?
Le infezioni a carico dell’apparato urinario, ovvero dei reni, ureteri, vescica e uretra vengono comunemente chiamate infezioni urinarie.
A seconda del fatto che coinvolgano reni e ureteri (tratto urinario superiore) o vescica e uretra (tratto urinario inferiore), vi è una distinzione sulla preoccupazione e sulle problematiche che possono provocare.
Infatti le infezioni del tratto superiore sono motivo di molta più apprensione a causa del possibile coinvolgimento diretto dei reni, con possibile danno renale.
L’infezione dei reni prende il nome di pielonefrite; l’infezione degli ureteri è nota come ureterite; l’infezione della vescica è la cosiddetta cistite; infine, l’infezione dell’uretra è conosciuta come uretrite.
Diffusione e incidenza delle infezioni urinarie
Le donne vengono colpite più frequentemente dalle infezioni urinarie: nella fascia tra i 16 ed i 35 anni la probabilità di essere affetti la patologia è di 4 volte superiore nel sesso femminile rispetto al genere maschile.
Gli uomini fino ai 55 anni sono genericamente poco colpiti, dopo i 55 anni la probabilità sale e raggiunge circa quella delle donne.
Le infezioni urinarie colpiscono circa il 10% degli individui giovani; i bambini non circoncisi di età inferiore ai 6 mesi e le bambine di età inferiore ad un anno sono a rischio.
L’infezione più comune è sicuramente la cistite, ovvero quella a carico della vescica.
Quali sono le cause più comuni delle infezioni urinarie?
Le case di un’infezione urinaria sono attribuibile ad una proliferazione di batteri (più raramente funghi e virus) che dapprima invadono l’uretra e poi si propagano in vescica e risalgono lungo le vie urinarie superiori, raggiungendo gli ureteri ed i reni.
In condizioni normali nell’urina non sono presenti batteri, è presente una microflora batterica (innocua ed in proporzioni minime) solo nella parte terminale dell’uretra. Pertanto l’apparato urinario è pressoché sterile, e solo il ristagno dell’urina in vescica può provocare un accumulo di flora batterica.
Quali sono gli agenti patogeni più comuni delle infezioni urinarie?
Gli agenti patogeni che causano le infezioni urinarie sono nettamente distinte a seconda che si tratti di ambiente comunitario o ospedaliero.
In ambiente comunitario la causa principale è il batterio Escherichia Coli nel’80/85% dei casi; nel 5-10% invece la causa è da ricercarsi nel batterio Staphylococcus saprophyticus, e nei rimanenti casi la causa è da ricercarsi in un fungo o virus.
Nell’ambiente ospedaliero/sanitario i batteri responsabili sono molteplici: l’escherichia coli nel 27% dei casi, lo Klebsiella nell’11% dei casi, lo Pseudomonsas nell’11%, il fungo Candida albicans nel 9% dei casi, il batterio Enterococcus nel 7% dei casi ed altri funghi e batteri minori nei casi restanti.
L’escherichia Coli è infatti il batterio più comune: normalmente popola il tratto intestinale non causando problemi, il suo spostamento dall’intestino alle vie urinarie può invece causare infezioni più o meno rilevanti.
Fattori di rischio generici: patologie e altre circostanze
Le infezioni urinarie sono di comune riscontro in associazione a determinati stati patologici, come:
- Il diabete, perché causa immunodepressione;
- La tubercolosi;
- Le malformazioni congenite delle vie urinarie;
- I calcoli renali e tutte quelle condizioni patologiche che, in modo simile, bloccano od ostruiscono il transito delle urine (es: ipertrofia prostatica benigna).
- Alcuni tumori;
- L’AIDS, perché, come il diabete, causa immunodepressione;
- Alcune condizioni neurologiche, come gli infortuni del midollo spinale o sclerosi multipla;
- Il reflusso vescico-ureterale;
- Il rene policistico;
- La stenosi uretrale (restringimento patologico dell’uretra).
Le infezioni urinarie, inoltre, sono anche un rischio di alcune circostanze non strettamente patologiche o per nulla patologiche, come per esempio:
- L’appartenenza al sesso femminile;
- La chemioterapia, perché causa immunodepressione;
- L’uso del catetere per la minzione (cateterismo vescicale);
- L’assunzione di corticosteroidi;
- La menopausa e la conseguente riduzione del livello di estrogeni;
- Gli interventi di chirurgia dell’apparato urinario;
- La giovanissima età;
- Un’attività sessuale particolarmente intensa.
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Predisposizione femminile alle infezioni urinarie: a cosa è dovuta?
Le donne sono decisamente le più colpite dalle infezioni urinarie: ciò è dovuto a condizioni fisiologiche, tra le quali l’uretra corta, la vicinanza tra l’uretra e la regione anale, l’assenza di secrezioni della ghiandola prostatica che hanno un effetto battericida, l’utilizzo di anticoncezionali interni intrauterini e la gravidanza, che provoca stasi urinaria e modificazioni a livello anatomico.
Cosa aumenta il rischio di infezione urinaria nell’uomo e nei bambini?
Gli uomini di età superiore ai 55 anni sono più soggetti alle infezioni urinarie a causa del ristagno dell’urina in vescica dovuto all’ipertrofia prostatica, patologia molto frequente nella popolazione maschile over 50.
Invece nei bambini di entrambi i generi, le infezioni urinarie sono frequenti a causa delle difese immunitarie non ancora del tutto sviluppate.
Sintomi e complicanze delle infezioni urinarie
La sintomatologia è pressoché la stessa sia per le infezioni a carico del tratto superiore (rene e uretere) che del tratto inferiore (vescica e uretra).
I sintomi più comuni sono:
- Frequente stimolo minzionale
- Sensazione di mancato svuotamento della vescica;
- Bruciore e/o dolore durante la minzione (disuria)
- Dolore addominale nella parte inferiore;
- Urina di colore torbido, maleodorante e/o con emazie
- Affaticamento generale e senso di malessere.
A questi sintomi, le infezioni più gravi a carico del tratto superiore aggiungono una sintomatologia più grave e complessa:
- Febbre alta;
- Tremori e brividi;
- Dolore ai fianchi o alla schiena;
- Nausea e vomito;
- Strano senso di agitazione o irrequietezza.
L’iter medico per una diagnosi puntuale delle infezioni urinarie
Lo specialista per diagnosticare un’infezione delle vie urinarie si avvale dell’esame obiettivo, della storia clinica del paziente, ma soprattutto dell’esame delle urine (tramite microscopio alla ricerca di eventuali batteri, funghi e virus) e dell’urinocoltura.
In caso di situazioni dubbie, per poter diagnosticare un’infezione possono essere necessarie immagini ecografiche/radiografiche (l’Uro-TAC tra tutte) ed eventualmente la cistoscopia, esame invasivo della vescica.
Infezioni urinarie: ecco le diverse terapie possibili
Rispetto alla causa scatenante, sono previste diverse terapie per combattere le infezioni urinarie.
Lo specialista, analizzando il quadro clinico nel complesso, stabilirà se l’infezione è stata causata da batteri, funghi o virus o se alla base vi sia una patologia correlata come causa scatenante.
Per le infezioni batteriche non legate ad altre patologie vengono somministrati degli antibiotici; per le infezioni dovute a funghi la terapia sarà a base di antifungini e per le infezioni virali verranno somministrati dei farmaci antivirali.
Invece se le infezioni urinarie sono state causate da patologie pregresse e/o correlate (ad esempio la calcolosi renale e l’ipertrofia prostatica), è necessario effettuare ulteriori indagini per poter prescrivere una terapia (cosiddetta terapia causale), che, associata agli antibiotici per l’infezione, risolvendo la condizione pregressa andrà a risolvere anche l’infezione urinaria.